Uguali sulla carta, ma non nella busta paga. Le donne nel nostro paese guadagnano meno degli uomini nonostante, nella maggior parte dei casi, abbiano studiato di più e spesso debbano occuparsi di casa e figli per molto tempo durante la giornata. A certificare questo divario è l'ISTAT che, prendendo in considerazione gli stipendi nel settore privato del 2022, ci dice che un operaia o un'impiegata prendono meno dei loro colleghi maschi. Una forbice aumentata rispetto all'anno precedente che varia a seconda della classe di retribuzione e che si allarga per le posizioni lavorative pagate meglio. Una conferma dunque di quanto realizzato dall'INPS in un corposo studio dal quale emerge che nel 2023 il baratro era del 20%, cioè le donne in media avevano salari un quinto più bassi di quelli degli uomini. Non va meglio per la pensione, anche in questo caso importi inferiori addirittura del 44% quando si tratta dell'assegno di vecchiaia e del 25,5% per quello di anzianità. Tutto questo è dovuto a molti fattori, tra i quali il maggior utilizzo del part-time tra le donne, il minor ricorso agli straordinari e ai più bassi livelli di qualifica. Da quest'ultimo punto di vista, pur essendo generalmente più istruite, le donne fanno più fatica a fare carriera, solo il 21% dei dirigenti e il 32,4% dei quadri è donna. Da ricordare inoltre, che in Italia il tasso di occupazione femminile è di gran lunga inferiore a quello maschile e che risulta tra i più bassi d'Europa.