Verso il nuovo Def, scontro Renzi Ue su spese extra patto

27 set 2016
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Il nuovo capitolo dello scontro tra Renzi e Bruxelles passa dalla legge di bilancio, anzi prima ancora dalla nota di aggiornamento al DEF, il Documento di economia e finanza che fa da base alle scelte di politica economica del Governo. Scelta del Premier che ormai è chiara: mettere le spese per le ricostruzioni post sisma, specie per le scuole, e quelle per l’emergenza migranti, considerate straordinarie, in un capitolo a parte, non conteggiandole, quindi, nel Patto di stabilità europeo, per avere più margini di manovra. Ma da questo orecchio finora Bruxelles non ci vuole sentire. Parliamo di almeno sette miliardi di euro, pari allo 0,4 per cento circa del PIL stimato per quest’anno, che nel nuovo DEF sarà rivisto al ribasso rispetto alle previsioni di maggio, da +1,2 per cento a +1 per cento, o forse anche qualcosa di meno. La crescita più lenta impatta anche sul rapporto tra PIL e deficit, vero nodo di discussione con l’Unione. È destinato, infatti, a salire, passando dall’1,8 per cento delle previsioni di primavera a oltre il 2 per cento. Ma, se non si collocano fuori dal Patto quelle spese, si salirebbe al 2,5 per cento, senza quindi significativi miglioramenti rispetto a quest’anno. La partita è complessa e si gioca anche sulle misure per la crescita e per la diminuzione del debito. Dalle stime contenute nel nuovo DEF dipende l’entità finale della prossima manovra, che dovrebbe valere tra i ventidue e i venticinque miliardi. Visto che quindici miliardi, come è noto, servono solo a evitare gli aumenti di tasse contenuti nelle clausole di salvaguardia delle precedenti leggi di stabilità, il Governo è alla ricerca di nuove risorse per tutto il resto. Al momento, di sicuro ci sono il taglio dell’IRES per le imprese, il rinnovo dell’ecobonus per l’efficienza energetica e la messa in sicurezza antisismica delle case, l’annunciato raddoppio della quattordicesima per i pensionati. Per tutte le altre misure resta ancora incerta l’entità. Quel che è certo è che il Governo vuole spingere sui temi considerati più popolari, ad esempio la rottamazione delle passate cartelle di Equitalia, anche perché la discussione sulla legge di stabilità andrà di pari passo con la campagna referendaria.

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