Virus, chi finanzierà il Recovery Fund

22 mag 2020
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Il recovery Fund per finanziare la ripresa post pandemia sarà dotato di 500 o forse 1000 miliardi di euro che andranno distribuiti tra gli stati, privilegiando le regioni, ad esempio Italia e Spagna e i settori, ad esempio il turismo, più colpiti. Questi soldi saranno chiesti in prestito dalla Commissione Ue sui mercati, emettendo titoli europei e quindi creando un debito comune garantito da tutti, i titoli pluriennali per quanto a lunga scadenza dovranno però prima o poi essere rimborsati. E allora dove si prenderanno i soldi? Una delle possibilità è che Bruxelles li chieda a tutti gli Stati membri sotto forma di maggior contributo al budget comunitario, come già accade oggi con i fondi europei, alcuni stati riceverebbero più soldi di quelli che mettono e l'Italia come Paese tra i più colpiti sarebbe tra quelli, tutta la differenza sarebbe a fondo perduto, finanziata dai Paesi meno colpiti. La convenienza sarebbe anche nella distanza temporale tra quando si tengono i soldi, subito, e quando si devono restituire, tra molti anni, ma un altro modo per restituire quei 500 miliardi potrebbe essere il fisco, Merkel e Macron accennano a questa possibilità, embrione, di quella maggiore unione fiscale, che è uno dei capitoli da completare nella costruzione europea. Si potrebbe ad esempio, introdurre una tassa comunitaria che potrebbe colpire le transazioni digitali. l'Europa, insomma, avrebbe risorse proprie per ripagare il debito. Un maggior coordinamento a livello Ue potrebbe anche ridurre le distorsioni che oggi permettono ad alcuni Stati, come Olanda, Lussemburgo e Irlanda, di usare le sirene fiscali per attirare imprese di altri Stati comunitari. Non è chiaro quanti soldi si possano ottenere con nuove tasse e quanti se ne toglierebbero alle entrate dei singoli Stati. Ma i soldi per ripagare il debito fatto per finanziare il Recovery Fund potrebbero non dover essere mai sborsati, è quello che accadrebbe se la Commissione, per rimborsare i 500 miliardi alla scadenza, ne chiedesse altrettanti con un nuovo prestito, esattamente come fanno gli Stati con il calendario dei rimborsi ed emissioni di titoli o con una soluzione ancora più estrema, se titoli fossero perpetui, senza scadenza, ma Merkel e Macron, in verità, sono stati chiari, quel prestito sarà temporaneo e andrà rimborsato, la strada per capire chi, come e quando metterà quei soldi e chi li riceverà è ancora lunga e potrebbe essere un mix di tutte le soluzioni viste.

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