Virus, quest'anno crollo del Pil e balzo del debito

24 apr 2020
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Il peggior calo dell'economia italiana dal 1945 è un'esplosione del debito pubblico. L'impietoso effetto dell'epidemia sul nostro Paese è nei numeri del nuovo documento col quale il Governo periodicamente traccia le linee di finanza pubblica. A causa delle chiusure di fabbriche, uffici e negozi, all'andamento a rilento, cui viaggeranno le attività produttive nei prossimi mesi e la frenata mondiale, quest'anno andremo in recessione, con un crollo del prodotto interno lordo stimato all'8%. Per trovare un tonfo di misura maggiore, bisogna andare alla fine della seconda guerra mondiale. La crisi del 2008 2009, quella che seguì qualche anno dopo, hanno avuto un impatto molto minore. Di pari passo il debito pubblico salirà oltre il 155% del Pil. Vuol dire che si avvicinerà a quota 2600 miliardi, circa 43000 euro a italiano, neonati compresi. Oltre il 10% il deficit, cioè la spesa in più che lo Stato sta mettendo in conto per cercare di arginare i danni. Questo sforzo non riuscirà comunque a evitare un forte crollo di consumi, investimenti, esportazioni e redditi dei lavoratori che continueranno a pesare sull'economia a lungo. Se non ci sarà una nuova ondata dell'infezione con altri blocchi della produzione, la ripresa inizierà nei primi mesi del 2021, ma non cancellerà del tutto lo choc, mentre il debito impiegherà molti anni a scendere. L'esecutivo intanto cancella il programmato aumento dell'imposta sui consumi, che l'anno prossimo avrebbe portato oltre 20 miliardi di euro alle casse dell'erario e prepara una maximanovra da quasi 150 miliardi di euro, dei quali 55 finanziati con deficit aggiuntivo che vanno ad aggiungersi ai 25 miliardi dei provvedimenti di Marzo. Col decreto atteso a fine mese saranno finanziati e ampliati i sussidi per le famiglie, lavoratori, dipendenti e autonomi, ma ci saranno anche misure speciali che per motivi contabili non peseranno sul deficit. Si vada dai pagamenti più rapidi dei debiti della pubblica amministrazione ai 30 miliardi per garantire i prestiti alle grandi società, passando per il rafforzamento di Cassa depositi e prestiti, il braccio finanziario dello Stato chiamato al salvataggio di imprese in crisi.

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