Le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden che all'emittente americana Abc aveva confermato di pensare che Vladimir Putin sia un assassino hanno lasciato il segno. Mosca ha infatti richiamato in patria l'ambasciatore a Washington, Anatoly Antonov per consultazioni dicono ufficialmente dal Ministero degli esteri russo e per evitare il degrado delle relazioni con gli Usa. L'attacco del capo della Casa Bianca era arrivato subito dopo che l'intelligence americana aveva declassificato un rapporto in cui si certifica l'ingerenza di Mosca nel corso delle elezioni del 2020 con l'intento di denigrare proprio Joe Biden e minare il processo democratico negli Stati Uniti. Una stoccata senza precedenti nelle relazioni tra i due paesi a cui hanno fatto seguito le dichiarazioni della portavoce dell'amministrazione Biden, Jen Psaki, che ha affermato che la Russia pagherà un prezzo per quello che ha fatto, confermando quello che era stato annunciato dal presidente americano allo stesso Putin nel corso della loro telefonata avvenuta lo scorso gennaio. Venti da guerra fredda, dunque, con dichiarazioni che segnano un netto contrasto rispetto alla passata amministrazione con Trump, che si era sempre rifiutato di dire qualcosa di negativo sul Presidente russo. Proprio l'ex Presidente americano nel 2017, nel corso di un'intervista a Fox news, quando gli venne chiesto se Putin fosse un assassino, rispose "ci sono molti assassini". Biden, dal canto suo, nonostante il duro attacco da politico navigato, si è anche detto pronto a lavorare al fianco della Russia su questioni di reciproco interesse, come per esempio gli accordi sugli armamenti. In attesa di sviluppi l'amministrazione americana si appresta ad incontrare un altro rivale. Nelle prossime ore infatti il segretario di stato Blinken e il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan incontreranno in Alaska i capi della diplomazia cinese in quello che sarà il primo incontro ad alto livello tra le due potenze da quando Biden è diventato Presidente.