Ombre Rosse si allungano sulla Casa bianca come nel 2020 e come nel 2016 l'intelligence americana lancia l'allarme; la Russia sta cercando di manipolare l'opinione pubblica per influenzare l'esito delle prossime elezioni. Una decina di persone, due società, decine di siti web sono stati accusati di diffondere contenuti propagandistici su ordine del Cremlino. Influencer americani da milioni di followers e popolarissimi podcasters di destra ricevevano senza neanche sapere da dove arrivassero milioni di dollari per amplificare le divisioni interne agli Stati Uniti; in particolare riguardo la guerra in Ucraina. I registi dell'operazione erano a Mosca, media russi controllati direttamente dal governo. Gli atti di incriminazione non citano candidati o partiti, ma dai documenti è chiara la tendenza favorevole al repubblicano Trump contro quello che era allora il candidato Democratico Biden. Il presidente russo Putin ha platealmente respinto le accuse spiegando con un ghigno come Biden fosse in realtà il suo preferito, ma che adesso sostiene di buon grado la vice Harris, anche per la sua risata contagiosa. A Washington però c'è poca voglia di scherzare, attività di disinformazione è stata segnalata anche da parte dell'Iran in questo caso contro il candidato repubblicano mentre l'FBI ha arrestato a New York l'ex assistente della governatrice dello stato accusata di essere un agente sotto copertura del Partito Comunista cinese.