Se in Italia le raccomandazioni sull'uso di AstraZeneca, che arriva dagli esperti, è quella di somministrarlo solo per chi ha più di 60 anni sebbene, si fa sapere, non ci siano elementi per scoraggiare la seconda dose a quanti avessero già ricevuto la prima, nel resto del Mondo le posizioni non sono del tutto uniformi. A cominciare dalla stessa Europa. Riconoscendo i casi eccezionali di trombosi come effetti indesiderati molto rari del vaccino anglo-svedese, l'EMA, l'Agenzia Europea del Farmaco, ha preferito infatti demandare la decisione ai singoli Stati e ci si limita a ricordare come i benefici superino di gran lunga i rischi. L'Unione resta così spaccata tra quanti hanno già imposto restrizioni, come i Paesi Scandinavi, la Germania, la Francia e l'Olanda cui si è aggiunto anche il Belgio e quanti invece in non intendono farlo. Nel Regno Unito l'Autorità Britannica del Farmaco ha raccomandato di offrire un vaccino diverso alle persone con meno di 30 anni. Le trombosi rare rilevate su alcune decine di pazienti sottoposti al vaccino anti-Covid di AstraZeneca sono un effetto collaterale potenzialmente sospetto del siero su un numero estremamente limitato di casi, fa sapere l'Ente regolatore britannico. Intanto Germania, Spagna e Belgio hanno deciso per somministrazioni sopra i 60 anni, la Francia invece sopra i 55, mentre gli Stati Uniti, ha fatto sapere Anthony Fauci, non prevedono al momento di utilizzare il vaccino di Oxford e la Corea del Sud ha optato per la sospensione temporanea sotto i 60 anni.