Attentato Kabul, sale il numero delle vittime

21 gen 2018
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Quattordici ore in ostaggio e poi la liberazione, grazie alle forze speciali afghane. 126 persone, 41 provenienti dall’estero, hanno visto l’inferno dentro all’Hotel Intercontinental di Kabul, che è stato preso d’assalto da cinque mujaheddin. Altre invece – è un numero ancora imprecisato – sono state uccise. “Vittime tra nemici stranieri e i loro mercenari”, ha scritto su Twitter, rivendicando così l’attacco di ieri, il portavoce dei talebani afghani. “Sette anni dopo l’attentato in cui ci furono ventuno morti, ma siamo ancora qui”. Questa volta, però, è stata una strage, una strage iniziata con l’esplosione di un kamikaze all’ingresso della struttura poco dopo le 17.30 italiane. Secondo l’Antiterrorismo afgano, i mujaheddin potrebbero aver usato le porte sul retro per entrare, nonostante le misure di sicurezza adottate dopo l’attacco del 2011. Ma di recente della sicurezza dell’hotel era stata incaricata una nuova società e su questo si stanno concentrando le indagini della polizia afghana. Più tardi si è scoperto che un contabile dell’albergo è riuscito a scappare, dichiarando che le nuove guardie si sarebbero salvate senza combattere. In quel preciso momento era in corso un incontro tra responsabili militari stranieri e personalità del Governo afghano. Mentre, tre giorni fa il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti aveva diramato un’allerta su possibili imminenti attacchi contro gli alberghi nella capitale dell’Afghanistan. Dopo l’esplosione del kamikaze, l’entrata di quattro mujaheddin e gli spari contro gli ospiti, molti dei quali hanno provato a fuggire calandosi con le lenzuola dalle finestre delle loro stanze. “Prega per me”, “Morirò sicuramente”, i messaggi postati sui social dagli ostaggi. L’attacco è terminato oggi alle 6.30 italiane con l’uccisione di tre aggressori. Secondo una fonte della sicurezza, l’ultimo membro del commando si era barricato in una grande stanza, con ostaggi afghani e stranieri, prima di essere ucciso. Se non avesse potuto andarsene li avrebbe uccisi tutti, ma lui è stato ucciso e gli ostaggi liberati. I feriti sono stati trasferiti in vari ospedali di Kabul, tra cui anche il centro Emergency di Gino Strada, e tra i sopravvissuti c’è chi racconta come molte delle vittime siano state gettate dalle finestre del terzo e quarto piano.

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