Una tradizione che ha messo radici nel 1976 dopo la vittoria di Jimmy Carter. Jerry Ford organizza un incontro alla Casa Bianca con il Presidente appena eletto, in modo da facilitare la transizione. Quattro anni dopo sarà Carter a ricevere Reagan nonostante quel giorno il Presidente uscente fosse impegnatissimo nelle trattative per la liberazione degli americani in ostaggio in Iran. Nel 93 Bush padre diede vita a una nuova usanza: lasciare una lettera per il successore sulla scrivania dello Studio Ovale. Trump infatti ne troverà una di Obama ma non riceverà poi Biden, ne assisterà al suo giuramento. Nell'invitare il suo successore e predecessore Biden vuole quindi sicuramente marcare una differenza ma nel faccia a faccia il Presidente cercherà anche di convincere Trump a non voltare le spalle a Kiev. Ucraina e Medio Oriente dovrebbero infatti essere i temi principali del colloquio. Tradizione nella tradizione il tè delle First Ladie, Jill Biden ha invitato Melania ma la moglie di Trump non ci sarà. Impegni precedenti legati alla sua autobiografia, fa sa l'entourage, "Scusa debole", dicono in molti. A Washington il Presidente eletto incontrerà anche lo Speaker della Camera Mike Johnson preoccupato per altro che Trump possa attingere ancora ai Parlamentari Repubblicani per il suo Gabinetto. La maggioranza conservatrice alla Camera infatti si preannuncia limitata. Una dopo l'altra le caselle del secondo Gabinetto Trump si riempiono obbedendo soprattutto a un principio: i membri dell'amministrazione devono essere dei fedelissimi pronti a mantenere le promesse fatte da Trump in campagna elettorale. Tra gli ultimi nomi usciti quello di Mike Huckabee ex Governatore dell'Arkansas, decisamente filo israeliano e prossimo Ambasciatore nello Stato Ebraico.