L’Alta Corte britannica aveva ordinato, ad aprile, di staccare le macchine che tengono in vita Charlie Gard. Oggi la stessa Corte Suprema potrebbe ribaltare quella sentenza e dare il via libera a una cura sperimentale che può tenere in vita il bambino di undici mesi, affetto da una malattia genetica rara e incurabile senza l’aiuto di quelle macchine. Charlie Gard, affetto da deplezione del DNA mitocondriale, non guarirà ma potrebbe vivere più a lungo. La cura è stata elaborata da un team di medici internazionali, coordinati dall’Ospedale pediatrico romano Bambino Gesù, che hanno inviato all’équipe del Great Ormond Street Hospital che assiste il piccolo, la proposta di un protocollo ad hoc. I genitori hanno presentato una petizione all’ospedale londinese perché gli sia consentito di curarsi in America. “Se c’è anche un 10% di possibilità che una cura funzioni, bisogna tentare – hanno ribadito – non abbiamo niente da perdere. Nostro figlio ha diritto a quest’ultima chance”. Negli Stati Uniti è tutto pronto per accogliere Charlie e due deputati presenteranno una proposta di legge al Congresso perché al piccolo e alla sua famiglia venga data la residenza statunitense. La decisione di sospendere le cure, non più compatibili con la dignità del bambino, il 30 giugno scorso era stata condivisa anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. I medici, però, hanno deciso di aspettare e la battaglia di Charlie diventa una mobilitazione mondiale. Connie e Chris Gard non si fermano: “Se il piccolo Charlie lotta ancora, anche noi continuiamo a lottare”.