Nemico numero uno di Israele, Yahya Sinwar, leader incontrastato di Hamas, era originario della città di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. La violenza usata contro oppositori e spie palestinesi ha contribuito a farne un leader di spicco: rispettato e temuto anche dagli stessi membri di Hamas e non a caso soprannominato il macellaio di Khan Younis. Viene spesso descritto come uno dei più intransigenti alti funzionari di Hamas. Fu arrestato diverse volte nei primi anni '80 per il suo coinvolgimento nell'attivismo anti-occupazione presso l'Università islamica di Gaza. Dopo la laurea, ha contribuito a creare una rete di combattenti per intraprendere la lotta armata e azioni terroristiche contro Israele. Il gruppo sarebbe poi diventato le Brigate Qassam, ala militare di Hamas. Sinwar si unì ad Hamas dopo la fondazione del gruppo da parte dello sceicco Ahmed Yassin nel 1987. L'anno seguente fu arrestato dalle forze israeliane e condannato a 4 ergastoli per il coinvolgimento nella cattura e nell'uccisione di 2 soldati israeliani e 4 presunte spie palestinesi. Ha trascorso 23 anni in una prigione israeliana, dove ha imparato l'ebraico ed è diventato esperto di affari israeliani e politica interna. È stato liberato nel 2011 nello scambio di prigionieri che ha portato al rilascio del soldato israeliano Gilad Shalit, catturato da Hamas. Dopo il suo rilascio, Sinwar è risalito rapidamente tra i ranghi di Hamas. Nel 2012 è stato eletto all'ufficio politico del gruppo e gli è stato assegnato il compito di coordinarsi con le Brigate Qassam. Ha svolto un ruolo politico e militare di primo piano durante l'offensiva di 7 settimane di Israele contro Gaza nel 2014. Nel 2017 è diventato il capo di Hamas a Gaza, succedendo a Haniyeh, eletto presidente dell'ufficio politico del gruppo. A differenza di Haniyeh, ucciso in Iran a luglio, che aveva viaggiato nella regione e tenuto discorsi durante la guerra, Sinwar era meno esposto e dal 7 ottobre ha vissuto probabilmente nascosto nei tunnel costruiti sotto Gaza. 62 anni, anche noto come Abu Ibrahim, è l'architetto dei massacri del 7 ottobre 2023, che hanno portato all'uccisione di oltre 1.200 persone e al rapimento di altre 250.