La Cina riapre, proprio nel momento in cui esplodono in contagi, oltre 5 milioni al giorno secondo alcune fonti non ufficiali, anche se per il settimo giorno consecutivo non vengono registrati decessi, la Cina annuncia la riapertura delle frontiere. Dal prossimo 8 gennaio verrà infatti abolita la quarantena e per entrare in Cina basterà un test molecolare negativo effettuato 48 ore prima della partenza. Abolite anche tutte le restrizioni per i cittadini cinesi, che potranno liberamente circolare in occasione delle imminenti vacanze per il capodanno lunare. È la fine ufficiale della controversa politica dello zero Covid. "Siamo entrati in una nuova fase alla quale occorre dare risposte diverse". Ha detto il presidente Xi Jinping citato dall'agenzia ufficiale Xinhua. Il popolo cinese saprà come continuare a combattere questa difficile battaglia. Una battaglia che per ora viene combattuta soprattutto negli ospedali, che oramai anche i media locali denunciano essere al collasso e dove anche i pazienti con gravi sintomi sono parcheggiati in corsia, in attesa che si liberino i posti in terapia intensiva. Nel frattempo, le autorità invitano la popolazione a riprendere la vita normale, facendo semplicemente attenzione alle più elementari regole di igiene, previste dall'inizio della pandemia tre anni fa. E mentre fabbriche e uffici sembrano di nuovo riempirsi, le strade di Pechino, Shanghai e altre grandi città sono di nuovo piene di gente, anche senza mascherina. La TV cinese in questi giorni mostra le immagini del Bund, il quartiere dello shopping di Shanghai, letteralmente invaso in occasione dei mercatini di Natale. Prosegue nel frattempo la campagna per vaccinare soprattutto gli anziani, squadre di medici volontari e funzionari di partito si recano ora anche a domicilio, cercando di convincere anche offrendo compensi in denaro, le persone fragili a vaccinarsi ma senza grande successo. Annunciato anche un nuovo farmaco made in China, che dovrebbe attenuare i sintomi del virus, mentre le autorità hanno ufficialmente liberalizzato la distribuzione di alcuni farmaci occidentali, come il Paxlovid della Pfizer.