Coronavirus, il rientro a scuola negli altri Paesi Ue

01 set 2020
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Decine di milioni di alunni in Europa sono tornati a scuola, per tutti i punti cardine sono: lavaggio delle mani con gel antivirus, distanziamento nei luoghi chiusi e mascherine, scaglionamento d'ingressi per mensa e ricreazione. I piccoli e i giovani studenti europei si apprestano in base ai calendari nazionali a vivere così una nuova normalità scolastica in era Covid-19. Lo fanno quando i tassi di contagio sono in aumento in tutto il continente. Lo fanno dopo mesi di stop e dopo l'allarme Unesco, che ricorda come oltre un miliardo di bambini nel mondo sono stati colpiti dalle misure di lock down, e se questa esclusione sarà protratta causerà un divario generazionale, sociale ed economico difficilmente colmabile. In Francia e in Belgio per il rientro di oltre 12 milioni di bambini si sono seguite le linee introdotte l'11 Maggio del 2020, quando l'Eliseo ha riaperto le scuole dopo il lockdown. Lezioni in presenza e mascherine obbligatorie in classe per le medie e le superiori, obbligo di lavaggio delle mani, distanziamenti e controlli della temperatura, pilastri dell'azione preventiva delle scuole francesi. Se la temperatura rilevata è uguale o superiore a 38 non si entra. Si fa appello ai genitori e agli alunni più grandi al senso di responsabilità. Ricreazione e sport all'aperto saranno possibili suddividendo gli studenti in piccoli gruppi omogenei, evitando la mescolanza per classi. In caso di positività scatta la quarantena e l'allontanamento del singolo o della classe fino alla chiusura dell'istituto, se necessario. In quarantena la didattica prosegue con modalità a distanza e con lezioni virtuali. Gli istituti francesi si fanno carico di fornire alle famiglie materiali e l'adeguato supporto per permettere a tutti di avere accesso all'istruzione. Dalla Scozia l'obbligo di mascherine per studenti dai 12 anni in su si allarga a tutto il Regno Unito, spingendo il Premier Johnson ad un sostanziale dietrofront allineando anche le scuole britanniche alle linee guida del resto d'Europa. Discrezionalità ai direttori d'istituto di estendere o contrarre l'obbligo di mascherine ora imposto negli spazi chiusi e comuni. Regolare lavaggio di mani con sapone disinfettante, mantenendo il distanziamento tra gli individui per una misura non inferiore al metro. Nel Regno Unito ai primi sintomi di malessere si invita a fare immediatamente il test e a restare a casa per almeno dieci giorni. In Spagna le linee guida seguono le direttive scientifiche europee, distanziamento, sanificazione e prevenzione, ma non sono ancora definite nel dettaglio e sono lasciate alle decisioni delle 17 singole autorità regionali, come la data d'inizio è l'età minima per l'uso della mascherina. La costante per tutti sono le classi più piccole, con un massimo di 15 alunni. Per ciò si è preveduta l'assunzione di personale della scuola pubblica con contratti a tempo. Ciò che agita i genitori spagnoli è l'assenza di una normativa in caso di quarantena precauzionale dell'alunno, dove il Governo non garantisce indennità o giustificativi, se non in caso di conclamata positività al virus per chi si assenta dal lavoro. Parte così l'anno scolastico più sfidante nella storia dalla Seconda guerra mondiale.

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