“America first”, anche quando si parla dell'epidemia da coronavirus l’America continua ad essere al primo posto nel mondo. Ieri sono stati superati i 3 milioni di contagi e i morti sono oltre 130.000. Sono più di 30 gli Stati in cui il virus continua a diffondersi in modo preoccupante e a soffrire in particolare sono la California e gli Stati del sud, come Texas, Arizona e Florida, dove iniziano a mancare i posti in terapia intensiva e dove ritornano anche le carenze dei dispositivi di protezione. Donald Trump, con le elezioni che si avvicinano, tenta però di dare una sua narrativa di quello che ormai sta assumendo i tratti di un disastro sanitario senza precedenti. Secondo il Presidente la situazione è in realtà in miglioramento anche perché, spiega Trump, il tasso di mortalità è molto basso. In realtà l'aumento esponenziale nelle ultime settimane, e anche dei ricoveri in terapia intensiva, non fa ben sperare, ma il Presidente anela un rapido ritorno alla normalità, tanto da aver minacciato di tagliare i fondi federali agli Stati che non riapriranno le scuole già a settembre, scontrandosi anche con le linee guida del CDC sul rientro in classe, ritenute troppo restrittive e costose. A non riaprire saranno, invece, molte università che manterranno i corsi online con due colossi mondiali come Harvard e la MIT, che hanno deciso di fare causa al Governo per la sua decisione, annunciata lunedì, di non rinnovare i visti a tutti gli studenti internazionali, fintanto che i corsi resteranno a distanza. Una misura che impatta la vita e il futuro di circa un milione di ragazzi in tutto il mondo, definita dal Presidente di Harward, Larry Bacow, crudele e sconsiderata.