"Dopo un'indagine approfondita e sulla base delle prove raccolte il mio ufficio sostiene che esistano ragionevoli motivi per ritenere che il leader supremo dei talibani Haiba-tullah Akhundzada e il presidente della corte suprema dell'emirato islamico dell'Afghanistan Abdul Hakim Haqqani siano responsabili del crimine contro l'umanità di persecuzione per motivi di genere". Il procuratore generale della corte penale internazionale Karim Khan, non ha esistazioni. Le accuse che formula sono gravi. Il quadro è complesso. Il sedicente Emirato dell’Afghanistan non ha in effetti uno status ufficiale di nazione. Ci sono caute aperture ma nulla che possa permettere di collocare l'Afghanistan di oggi in una realtà diversa da uno Stato fallito. E l'avvio del procedimento della corte penale internazionale può rappresentare un ostacolo verso la sua normalizzazione. Del resto, le accuse sono incontestabili: le donne sono state cancellate dalla vita pubblica e è stato impedito loro perfino di studiare oltre 12 anni. Non posso muoversi da sole, non possono rivolgere la parola neanche ai negozianti se vogliono fare degli acquisti. Per non parlare della piaga dei matrimoni precoci che dopo il ritorno al potere degli studenti del Corano è ripresa prepotentemente. Dall'altro lato, c'è da dire però che l'isolamento in cui è precipitato il paese dopo l'uscita di scena della comunità internazionale non ha portato al collasso del sedicente emirato che offre una economia di sussistenza dipendente dagli aiuti umanitari con una disoccupazione superiore al 25% della popolazione, con una contrazione del PIL pari a un quarto, ma regge. Per questo, anche gli Stati Uniti prima ancora della arrivo alla Casa Bianca da parte di Trump, hanno iniziato a discutere con i talebani. Lo si è visto con il recente scambio di prigionieri con le lodi dell'inviato americano al regime talebano nella lotta al traffico di oppio. Se però tatticamente, un'apertura può essere comprensibile, è anche vero che la comunità internazionale non può tollerare che i diritti delle donne vengano cancellati. Ma, ne Russia ne Stati Uniti riconoscono la CPI. Sta a loro quindi decidere se tutto questo è accettabile.