Damasco nel tardo pomeriggio si presenta così: con i fuochi d'artificio che illuminano il cielo e giovani in piedi su quello che rimane dei tank dell'esercito regolare siriano che ha disertato le bandiere con tre stelle e le voci di chi canta vittoria. Siamo in piazza Umayyad, la piazza principale della capitale siriana, dove centinaia di persone stanno festeggiando la caduta del regime di Bashar al-Assad. I ribelli jihadisti hanno preso il controllo di Damasco l'8 dicembre, promettendo l'inizio di un nuovo capitolo nella storia della Siria. Mohammad al-Bashir è stato incaricato dalla direzione delle operazioni militari, organo del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham, di formare il Governo di transizione. Un mandato che durerà fino al primo marzo prossimo, con l'intenzione di sciogliere i servizi di sicurezza, ovvero le agenzie di controllo del regime incarnato per 54 anni della famiglia Assad, indicate come responsabili della sistematica violazione dei diritti umani, oltre ad abolire la legge antiterrorismo. "Mohammad al-Bashir lo abbiamo visto sui giornali. Speriamo in qualcosa di buono ma i siriani non sanno molto di lui. Speriamo che la Siria, dopo il regime di Bashar al-Assad, se Dio vuole, sarà un Paese migliore di prima". "Tutti noi abbiamo dei dubbi. Abbiamo paura che possa arrivare una nuova dittatura ma allo stesso tempo ora abbiamo la voce e il potere perché non accada. Dopo 13 anni di guerra abbiamo ottenuto la nostra libertà e lotteremo affinché non succeda il contrario". "Per 50 anni abbiamo vissuto in una prigione, senza libertà di espressione, di opinione, senza che potessimo esprimere la nostra visione politica. Ora, Inshallah, speriamo nel cambiamento". Mentre il popolo si interroga sul futuro della Siria, se il volto moderato mostrato dal nuovo Governo durerà nel tempo o se sia solo una facciata, sono centinaia i profughi siriani che provano a tornare nel loro Paese. La maggior parte lo fa da uno dei pochi valichi di frontiera ancora aperto, quello di Masna'a, in Libano. "Ancora adesso non riusciamo a credere a quello che è successo. Lì c'è il confine siriano, per 13 anni nessuno di noi è potuto entrare a casa". "Di dove, in Siria?" "Sono di Dar'a, dove la rivoluzione è iniziata. La rivoluzione è sacra. La rivoluzione ha fatto cadere il regime di Bashar al-Assad, ora torniamo a casa". "Ora è come se fossimo rinati. La Siria è libera, è stata liberata, e speriamo solo in un futuro migliore".