Obiettivo: più fondi per rimettere in sesto i trasporti, porre fine ai continui ritardi e agli incidenti della metro di New York e, soprattutto, alle lamentele da parte dei viaggiatori. Come raggiungerlo? Tassare i ricchi, che magari non hanno mai preso un treno in vita loro, per aiutare i cittadini meno abbienti, che giornalmente prendono i vagoni sottoterra per spostarsi nel dedalo di vie newyorkesi. Bill de Blasio veste i panni di Robin Hood contemporaneo e punta ai Paperoni della Grande Mela, da chi lavora a Wall Street in giù, per trovare i fondi necessari e rimettere in sesto il sistema di trasporti, che letteralmente sta cadendo a pezzi. Il piano del sindaco, nel dettaglio, è quello di aumentare dal 3,88 per cento al 4,41 per cento l’aliquota sui newyorkesi single che guadagnano più di 500.000 dollari l’anno, e sulle coppie che guadagnano più di un milione. Si calcola che il bacino sia di almeno 32.000 persone, con entrate previste per circa 800 milioni di dollari l’anno. La cifra, secondo i calcoli fatti dall’amministrazioni De Blasio potrebbe bastare per rimettere a nuovo l’iconica rete della metro più famosa al mondo, frequentata anche da milioni di turisti. Il gettito della tassa sui milionari servirà anche a potenziare il servizio autobus di Manhattan e delle altre aree della Grande Mela, e a dimezzare il costo degli abbonamenti per le famiglie e le persone in difficoltà. La proposta, che ancora non ha visto un effetto concreto, ha sollevato un polverone e acceso un’infuocata polemica anche all’interno del Partito democratico della Big Apple. L’idea del sindaco, infatti, potrebbe essere letta in un contesto ben preciso: quello della campagna elettorale per la rielezione a sindaco della città, l’anno prossimo, con la coda dell’occhio rivolta alla corsa per la Casa Bianca nel 2020, a cui il politico, di origini italiane, starebbe pensando di partecipare.