Questo caso non è un incidente isolato, Patrick non è il primo attivista dei diritti umani incarcerato per la sua attività nell'ambito della lotta alla discriminazione e nei confronti dei cristiani che si verifica in questo momento in Egitto. Nello stesso periodo, quattro anni fa, le torture e l'omicidio di Giulio Regeni. Oggi è il caso di Patrick Zachi. C'è un problema in Egitto con chi si occupa di questioni riguardanti i diritti umani. Com’è il clima politico che si respira nel suo Paese? La tortura è diventata la norma in questo momento all'interno della sicurezza nazionale. È stato riportato che Patrick ha subito torture per 10 ore all'interno dell'apparato della sicurezza nazionale. Secondo diverse leggi il Pubblico Ministero è obbligato ad aprire un'indagine per verificare i fatti e noi ci assicureremo che questo avvenga. L’unico modo per assicurare a Patrick un processo equo e accertarsi che lo lascino immediatamente è la pressione dell'opinione pubblica sia qui in Egitto che all'estero da parte dei media internazionali. E ora che cosa succederà? I nostri avvocati sono in contatto con lui può ricevere visite due giorni a settimana, ma per pochissimo tempo. Ieri i nostri avvocati sono andati a trovarlo durante il fermo di polizia a Mansura, la sua città Natale e sono riusciti a stare con lui solo due minuti. Lo vedremo di nuovo giovedì prossimo, speriamo in condizioni migliori.