Elezioni in Tunisia, trionfa Saied ma l'affluenza è la più bassa dal 2011

07 ott 2024
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Una vittoria scontata ma con l'affluenza più bassa dal 2011 in poi. Gli exit poll confermano quel che già si sapeva. Il presidente della Tunisia, Kais Saied, che governa il paese con il pugno di ferro sarà confermato con l'89% dei consensi. I rivali, come da previsioni, sono stati sbaragliati. Ma l'affluenza si è fermata al 27,7%, il tasso di partecipazione più basso da quando nel 2011 venne cacciato il dittatore Ben Alì. A boicottare le urne soprattutto i più giovani: solo il 6% di chi ha tra i 18 e i 35 anni è andato a votare. Il dato dimostra la disaffezione degli elettori al progetto autoritario di Saied che, dopo essere stato eletto con largo consenso nel 2019, nel 2021 ha impresso una svolta autocratica sospendendo il Parlamento e facendo approvare una nuova costituzione super presidenziale ma soprattutto facendo chiudere partiti politici e iniziando ad arrestare sindacalisti, giornalisti, oppositori, voci critiche. Del resto le opposizioni avevano invitato gli elettori a boicottare le presidenziali dopo l'esclusione con diversi pretesti dei più pericolosi rivali di Saied dalla corsa elettorale. Dei 17 candidati che si sono presentati solo a due è stato concesso di correre contro Saied. Uno dei due, l'industriale liberale Zammel, che ha preso il 6,9% dei voti, è in carcere dal 2 settembre dopo essere stato condannato a 14 anni di prigione con l'accusa di aver falsificato le firme raccolte per candidarsi. L'altro, Maghzaoui, che avrebbe ottenuto solo il 3,9% dei consensi, era invece un ex alleato di Saied. Il presidente, forte degli accordi con l'Unione Europea sui migranti e delle buone relazioni con Cina, Russia e Iran non si scompone per le critiche. Anzi le ignora. Appena usciti i risultati si è concesso un bagno di folla tra i suoi sostenitori accorsi nel centro di Tunisi. "Quello che stiamo vivendo" ha detto "è il completamento della rivoluzione. Ripulire il paese da tutti i corrotti e dai cospiratori. E non esagero quando dico cospiratori". Una promessa che suona come una aperta minaccia a chi osa opporsi al suo progetto, a tutti quelli che non sono d'accordo con lui.

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