Dopo 5 giorni di isolamento i primi aerei militari australiani e neozelandesi sono atterrati nell'aeroporto dell' arcipelago di Tonga, piccolo regno polinesiano nel sud Pacifico. La pista sommersa da 10 cm di cenere è stata ripulita a mano con un grande sforzo da parte dell'esercito. Solo nei prossimi giorni si capirà l'entità dell'emergenza causata dalla devastante eruzione vulcanica sottomarina di sabato scorso e del conseguente tsunami. L'Australia ha inviato un C-130 dalla Nuova Zelanda e prevede il decollo di un secondo volo entro fine giornata. L'aereo trasporta aiuti umanitari e materiale di soccorso in particolare contenitori d'acqua, kit igienici, rifugi temporanei, generatori di corrente, apparecchi di comunicazione. Altri aiuti saranno inviati da Giappone e Cina. Oggi arriverà anche una nave dalla Nuova Zelanda con a bordo un elicottero per controllare lo stato dei canali marittimi e delle infrastrutture, mentre domani un'altra nave neozelandese porterà i primi soccorsi via mare, soprattutto 250 mila litri di acqua e altri prodotti essenziali. La potente esplosione ha causato la rottura di un importante cavo di connettività digitale sottomarino che collegava le isole Tonga alle Figi. Internet è fuori uso e non è possibile parlare con il resto del mondo, funzionano solo i satellitari. Secondo l'ONU più dell'80% della popolazione dell'arcipelago è stata colpita dal cataclisma. Una popolazione di 100 mila persone è rimasta miracolosamente indenne durante la pandemia, solo un caso di contagio, per questo le autorità locali esortano i soccorritori ad attenersi a strette misure di precauzione per evitare che nell'arcipelago giunga anche il virus. Il disastro di Tonga è la peggiore eruzione vulcanica degli ultimi trent'anni mai avvenuta sull'intero pianeta con una potenza 500 volte superiore alla bomba di Hiroshima, l'esplosione è stata sentita fino all'Alaska che dista 9 mila km e ha provocato in Perù una fuoriuscita di petrolio.