Adesso tocca a Mosca: sulla scacchiera dell'Europa continentale la prossima a muovere deve essere la Russia. E Washington si aspetta una ritirata. Il Presidente degli Stati Uniti, Biden, lo ha reso molto chiaro all'omologo Putin in una videochiamata di due ore e un minuto tra la Casa Bianca e la residenza sul Mar Nero del padrone di Russia. L'America e i suoi alleati europei risponderanno con dure sanzioni economiche se il Cremlino non attuerà una una de-escalation al confine con l'Ucraina richiamando soldati e mezzi mandati nelle ultime settimane a minacciare una invasione. Ma l'Ucraina non è la Crimea e questo lo sa anche Putin. Gli Stati Uniti sottolineano la sovranità e l'integrità territoriale dell'ex repubblica sovietica che Mosca vede troppo vicina all'Occidente tanto da chiedere rassicurazioni formali che la NATO non l'accetti mai tra i suoi membri. Biden non ha preso impegni, ha chiesto a Putin di proseguire invece con gli accordi di Minsk: ritiro dei russi dal Donbass in cambio di più autonomia delle province orientali. E intanto si prepara, dice il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Sullivan, ad ogni evenienza. Pronto un piano per evacuare i cittadini statunitensi dall'Ucraina così come l'invio di uomini e mezzi per rafforzare le difese dei Paesi baltici alleati. Pronte, soprattutto, una serie di contromisure economiche senza precedenti che Washington non vuole giustamente telegrafare ma tra le quali, si sa, esserci la minaccia di bloccare il gasdotto Nord Stream 2 che porterebbe direttamente il gas russo alla Germania, aggirando l'Ucraina, e probabili sanzioni nei confronti degli oligarchi molto vicini a Vladimir Putin.