La normalità del bene ha il volto di un uomo comune che ha agito in modo straordinario, remando contro la morte, non la sua anche se ha messo in pericolo la sua vita ma quella di migliaia di persone. Pierantonio Costa, imprenditore di successo nato a Mestre nel 1939, diventa console onorario a Kigali nel 1988 e quando inizia il genocidio a ritmo di 10 mila morti al giorno non si volta dall'altra parte, ha dei fogli di carta intestata Consolato d'Italia, una bandiera tricolore e un fuoristrada, quanto basta per iniziare a guidare dal Ruanda fino al confine col Burundi. Ripeterà quel viaggio centinaia di volte, tanto da riuscire a mettere in salvo duemila persone, tra le quali 375 bambini. "Ho fatto prima di tutto il mio dovere come console prima e dopo ho fatto il mio dovere verso me stesso, verso la mia coscienza." Costa attraversa il paese tenendo stretta la sua lista, un elenco che cambia ogni giorno con i nomi di chi incontra per strada, ottiene i timbri necessari al lasciapassare grazie all'amicizia col prefetto della regione e al malcostume del colonnello della gendarmeria che si lascia corrompere. Viene fermato a ogni posto di blocco ma in tasca ha sempre pronta la mancia giusta. Per dieci anni Costa non racconta a nessuno la sua storia e quella delle persone che strappa alla morte. E' solo grazie all'amichevole insistenza del giornalista Luciano Scalettari che inizia a parlare, superando ritrosia e discrezione. Dalle loro chiacchierate nasce il libro "La lista del Console" e qualche anno dopo il documentario diretto da Alessandro Rocca. In quei cento giorni del 1994 Costa perde amici, proprietà e 300 mila dollari che usa per trattare coi carnefici, pagare tangenti e permessi per trasportare le persone oltre confine, questo però non l'ha mai rivelato a microfoni accesi. "Trovate in voi stessi delle ragioni per agire perché che le vogliate o meno almeno una volta nella vostra vita dovreste agire." Nel 2008 gli è stato dedicato un albero nel Giardino dei Giusti di Padova e nel 2009 un cippo nel Giardino dei Giusti di Milano, nel 2011 infine viene candidato al Premio Nobel per la pace. La cicatrice che rimane è il dubbio che potevo fare di più, ha ripetuto fino alla fine. Pierantonio Costa è scomparso nel 2021 a 81 anni.