Sono 63 i manifestanti arrestati in Georgia dopo gli scontri con la polizia. La capitale Tiblisi è tornata teatro di grandi proteste contro la cosiddetta legge sulle ingerenze straniere; un provvedimento simile a quello già in vigore in Russia che limita la formazione di associazioni civili e politiche se hanno più del 20% di finanziamenti esteri. Già a marzo c'erano state grandi manifestazioni ed il governo aveva ritirato la la proposta di legge. Ora, ci ha riprovato e la reazione della piazza è stata la stessa. Anche Bruxelles ha criticato aspramente la legge del governo di Tiblisi che tra l'altro ha solo recentemente ricevuto lo status ufficiale di candidato membro dell'Unione. Le leggi e l'ordinamento georgiani dovranno quindi rispettare i parametri europei se si vuole proseguire nel processo di integrazione nell'UE. I manifestanti e i membri dell'opposizione scesi in piazza chiedono proprio un ulteriore avvicinamento della Georgia all'Europa e temono invece l'influenza russa sull'esecutivo al potere. Diverse le bandiere europee sventolate durante le proteste, in un paese che geograficamente e storicamente si trova sul confine tra Russia Oriente e Occidente.