Ancora una volta scene di panico e caos in Giappone, durante un comizio elettorale. Non è passato neanche un anno da quando a luglio scorso, in un attentato moriva l'ex premier Shinzo Abe. La scena si è ripetuta di nuovo nella tarda mattinata di sabato a Wakayama, nel Sud-Ovest dell'arcipelago, senza, per fortuna, risvolti drammatici. Il primo ministro Fumio Kishida si trovava nei pressi del porto di Saikazaki, per dare il suo sostegno al candidato del partito liberal-democratico, in vista delle elezioni di fine aprile, quando all'improvviso un uomo ha lanciato un ordigno esplosivo, simile una bomba carta, verso il premier. Momenti di paura e di concitazione tra la folla, l'attentatore è stato raggiunto è bloccato delle forze dell'ordine mentre Kishida, illeso, veniva prelevato e allontanato dal luogo dell'esplosione, non ci sono stati feriti neanche tra le persone assiepate per assistere all'evento, che è stato ovviamente cancellato. L’attentato appare, al momento, come il gesto di uno squilibrato, ma riemerge nuovamente la questione della inadeguatezza e delle falle delle misure di sicurezza in occasione di eventi pubblici che coinvolgono personalità politiche di spicco, nonostante il Giappone abbia il più basso tasso di criminalità tra i Paesi svilupparti e l'uso delle armi sia limitato. L'omicidio di Abe, venne commesso da un uomo che riuscì ad avvicinarsi senza alcuna difficoltà al premier, durante un comizio elettorale a Nara, riuscendo a esplodere due colpi fatali da una distanza ravvicinata con una pistola artigianale. Kishida, dopo l'accaduto, ha raccontato così quei momenti concitati: "Ho visto lanciare qualcosa, ma sono riuscito a scappare e in quel momento ho sentito l'esplosione". Il primo ministro ha aggiunto che nonostante l'incidente, continuerà i suoi eventi elettorali. Nessun cambio di programma anche per la riunione dei ministri degli esteri del G7 prevista a Tokyo.