Tra i 27 profughi subsahariani annegati al largo delle Isole Kerkennah ci sono anche bambini, un neonato e alcune donne. 83 i sopravvissuti recuperati dai militari tunisini e riportati indietro. Il 2025 si apre con una nuova strage in mare, come si era chiuso il precedente. Il 31 dicembre la Guardia di Finanza aveva recuperato al largo di Lampedusa un barchino con a bordo solo 7 persone, tra cui un bambino siriano. Gli altri 20, annegati, come la mamma del piccolo, assistito dai volontari della Croce Rossa all'interno dell'hotspot, prima del trasferimento in una comunità protetta. "La nostra equipe multidisciplinare lo ha preso in carico. Lui e gli altri sopravvissuti. C'è stata l'opportunità di fargli videochiamare il papà, in Germania. Ed è stato un momento davvero molto toccante". Doveva raggiungere il papà in Germania con la mamma, che invece è l'ennesima vittima, in un anno in cui, secondo i dati di UNICEF, in mare si contano almeno 2.200 morti. 30.000 in 10 anni da quando fu interrotta Mare Nostrum, l'ultima delle missioni coordinate di ricerca e soccorso volute dall'Italia e dall'Europa all'indomani del naufragio, costato la vita a 368 eritrei, davanti a Lampedusa. Le motovedette che partono dal lembo a sud d'Europa non sempre riescono ad arrivare in tempo per salvare tutti. A pattugliare il Mediterraneo ci sono solo gli assetti navali e aerei delle organizzazioni umanitarie non governative, la cui attività è però stata fortemente limitata per volere del Governo italiano. "Si vuole criminalizzare il soccorso", dicono, "ed eliminare testimoni scomodi che denunciano i respingimenti illegali verso Paesi come Libia e Tunisia". Intanto la Nave Aurora di Sea Watch ha portato a Pozzallo i 17 naufraghi salvati nel primo giorno del nuovo anno, evitando una nuova tragedia in mare.