Io ho scoperto dopo che mio nonno fosse diciamo conosciuto. Tutti noi nipoti ma anche i figli e ho saputo anche la moglie all'inizio appena insomma si sono conosciuti con mia nonna. E lui si faceva chiamare Bruno che era un nome che gli è stato dato diciamo in qualche modo dalle infermiere quando è uscito dai campi ha scoperto di essere malato di tubercolosi e quindi è stato ricoverato per anni. Solo che, dopo aver vissuto la tragedia che ha vissuto, non riusciva a parlare non riusciva a comunicare e quindi non riusciva neanche a dire il suo nome e per cui essendo moro, di carnagione, moro di capelli, l'avevano soprannominato Bruno e lui ha deciso di separare le due vite prima di Auschwitz e dopo. Il fatto di aver deciso di cambiare il nome è un modo molto radicale molto forte per farlo però la cosa sorprendente è che non è stato solo un cambiamento di nome ma effettivamente io sono riuscita a vedere mio nonno in quanto mio nonno. Purtroppo nonno ha vissuto esattamente il meccanismo che portava alla morte. Lì c'è proprio il fulcro dello sterminio. Cioè, nel senso di cosa è passato per la testa a determinate persone che sono persone come noi.