Una bomba lanciata dal cielo esplode in pieno giorno nel mezzo di una strada trafficata di Aleppo. La seconda città del Paese è ormai da giorni tornata nelle mani dei ribelli jihadisti che hanno imposto il coprifuoco, abbattuto le statue della famiglia Assad, strappato i manifesti del presidente e consentito la distribuzione del pane alla popolazione ad una ONG turca, paese che starebbe appoggiando alcune delle formazioni sunnite che si sono rivoltati contro il governo siriano. Intanto, il presidente Assad incassa la piena solidarietà dell'Iran che ha mandato a Damasco il suo ministro degli Esteri, ma soprattutto sarebbero arrivate dall' Iraq, a supporto dell'esercito regolare, le Milizie sciite filo iraniane corpi scelti di combattenti pronti ad affiancarsi ai militari siriani che dopo aver abbandonato le postazioni nel nord-ovest del paese si stanno raggruppando intorno alla città di Hama a nord di Damasco per lanciare la controffensiva. Intanto anche l'Iraq ha inviato lungo il confine con la Siria i suoi mezzi corazzati per rafforzare le fortificazioni e le difese contro una possibile aggressione. Di certo, i ribelli jihadisti sotto la guida dei miliziani di Hayat Tahrir al-Sham l'ex fronte Al Nusra che fu la costola siriana di Al-Qaeda sono ben preparati e adesso anche pesantemente armati. Hanno infatti sequestrato decine di carri armati armamenti pesanti e mezzi militari dalle basi dell'esercito conquistate o abbandonate dai militari siriani. Anche per questo per colpirli Assad è ricorso ai bombardamenti dell'aviazione chiedendo aiuto alla Russia come in passato e le immagini della distruzione sia ad Idlib che in tutti questi anni è rimasta sotto il controllo degli islamisti che ad Aleppo, appena riconquistata dopo otto anni, sono incredibilmente simili a quelle tragiche che per anni sono arrivate dalla Siria. Sono rimasti ad Aleppo anche i padri francescani il cui collegio è stato colpito dalle bombe russe. L'acqua scarseggia ma abbiamo riaperto la nostra mensa fanno sapere mentre gli spari e i bombardamenti aerei rendono difficili anche le sepolture dei cadaveri. I morti di questi giorni sono già centinaia, si aggiungono al mezzo milione di vittime della guerra civile. Insieme ai bombardamenti, è ripresa anche la fuga dei profughi. Sono già diverse migliaia gli sfollati si aggiungono ai 7 milioni di siriani fuggiti dalle proprie case a partire dal 2011.