L'Ucraina avanza nella regione russa di Kursk, ma la Russia a sua volta continua a fare conquiste in Donbass che resta il vero cuore della guerra. I soldati ucraini, spiega il capo dell'Esercito Syrsky al presidente Zelensky e a favore di telecamera, sono avanzati da 1 a 3 chilometri verso il nemico e controllerebbero oltre 1100 chilometri quadrati di territorio russo, dove 120mila civili sono stati costretti alla fuga, come accade in Ucraina dal 2022. L'evacuazione dei civili da alcuni distretti sono adesso ancor più difficili perché le forze armate ucraine hanno distrutto un ponte sul fiume Seym, a Glushkovo. Gli insediamenti sotto controllo ucraino sarebbero circa 80, tra cui la cittadina di Sudzha, a una ventina di chilometri dal confine. Kiev ha addirittura stabilito un ufficio di comando nei territori occupati per mantenere l'ordine e assicurare i bisogni della popolazione. Per il consigliere di Zelensky Podolyak lo scopo dichiarato dell'offensiva, che il più grande attacco su suolo russo dalla Seconda Guerra Mondiale, è quello di costringere Mosca ad un negoziato equo: "Dobbiamo infliggere sconfitte tattiche alla Russia", spiega Podolyak, "Perché non vogliamo supplicare un negoziato." La Russia nel frattempo avrebbe già rafforzato le proprie posizioni a Kursk, con l'arrivo dei ceceni di Kadyrov e con lo spostamento di altre truppe, ma senza sguarnire il fronte del Donbass che rimane la priorità di Mosca. Qui i russi continuano ad avanzare e hanno conquistato un altro villaggio alle porte di Pokrovsk, centro logistico in mano ucraina ma dove gli abitanti sono stati invitati ad evacuare perché il nemico si avvicina pericolosamente alla periferia della città. Nella vicina Donetsk i russi lamentano sette feriti per un attacco ucraino su un centro commerciale che è stato distrutto dalle fiamme. Il presidente Putin intanto ha riunito il Consiglio di Sicurezza, mentre il suo consigliere Patrushev accusa la Nato per aver aiutato Kiev nella pianificazione dell'operazione di Kursk.