Mentre l'attivismo diplomatico di Pechino non si ferma, annunciata la prossima settimana una visita del presidente bielorusso Lukashenko, su invito dello stesso Xi Jinping, Joe Biden boccia il documento cinese su una possibile soluzione alla crisi Ucraina. Un piano, afferma il presidente USA in un'intervista TV, che avvantaggerebbe solo la Russia. Anche la NATO aveva affondato, come non credibile, il documento di Pechino, mentre aperture erano arrivate dalle Nazioni Unite dallo stesso Zelensky, che lo ha definito un segnale comunque positivo. Ma il capo della Casa Bianca respinge poi apertamente e definisce irrazionale, anche la sola idea, che Pechino possa negoziare la pace nel conflitto ucraino. Quanto l'eventuale aiuto militare cinese alla Russia, il Wall Street Journal, parla di possibile invii di droni e artiglieria. Le prove al momento non ci sono, dice Biden, scettico sul fatto che comunque possa accadere, ma nel caso di fornitura a Mosca di armi letali contro l'Ucraina, allora gli USA risponderebbero, avverte, così come sono già state imposte sanzioni ad altri paesi che hanno sostenuto la Russia. Un monito che il presidente americano avrebbe già ribadito a Xi Jinping durante una lunga conversazione questa estate. Gli stessi Stati Uniti al momento non invieranno jet da combattimento a Kiev, per ora, dice Biden, l'Ucraina non ne ha bisogno. Questo nonostante i leader del G7, riuniti in videoconferenza alla presenza di Volodimyr Zelensky, abbiano confermato il sostegno all'Ucraina per tutto il tempo necessario, ribadendo gli sforzi per promuovere la pace e minacciando di far pagare gravi costi a chi continua ad aiutare Mosca da aggirare le sanzioni. Sanzioni che ora, a livello europeo, si arricchiscono di un decimo pacchetto, licenziato dai 27 dopo una lunga è difficile trattativa, nel mirino, tra l'altro, l'export di tecnologia, la consegna di droni e la propaganda russa.