Prossima tappa Riyad. Dopo aver incontrato Benjamin Netanyahu, il Segretario di Stato americano Antony Blinken, si dirige in Arabia Saudita, nel suo tour diplomatico in Medio Oriente, con l'obiettivo di fermare l'escalation nell'area. L'ultima chance, prima delle elezioni americane per l'amministrazione Biden, di disinnescare un focolaio che potrebbe portare a un devastante conflitto regionale. Ed ecco perché, prima di incontrare il principe ereditario de facto leader, Mohammad bin Salman, Blinken ha avuto un faccia a faccia con il premier israeliano. Due ore d'incontro in cui il Segretario di Stato ha cercato di dissuadere lo stato ebraico da clamorose ritorsioni nei confronti dell'Iran, sospettato, nonostante le smentite ufficiali, di essere il mandante del fallito attentato con un drone contro la villa di Netanyahu a Cesarea, sulla costa a nord di Tel Aviv. Adesso è il momento di porre fine alla guerra a Gaza, ha detto il Segretario di Stato, esortando Israele a evitare una maggiore escalation nella sua risposta all'Iran. Del resto, ha proseguito il ragionamento, ora lo stato ebraico ha raggiunto l'obiettivo di indebolire la dirigenza dei suoi nemici, dopo la morte di Hassan Nasrallah, infatti, è arrivata la conferma da parte di Israele dell'uccisione anche del suo successore, Hashem Safieddine, e, insieme a lui, di altri tre dirigenti del partito-milizia sciita. Insomma, se è vero che sia Hezbollah che Hamas sono una sorta di idra dalle cento teste, è anche vero che sono colpi durissimi, da cui i due movimenti islamisti escono pesantemente indeboliti. E però, dalle notizie che giungono dal Libano, sembra che Israele non abbia accolto l'invito di Blinken. Dopo aver lanciato volantini sulla città meridionale di Tiro, i caccia di Tsahal hanno iniziato a bombardarla. È anche vero che le milizie sciite-libanesi hanno lanciato una serie di razzi verso la capitale israeliana Tel Aviv. Nel frattempo anche in Cisgiordania la tensione non accenna a calare. Il servizio di intelligence interna israeliana, lo Shin Bet, ha reso noto che altri sette giovani tra i 19 e 23 anni di Gerusalemme Est, sono stati arrestati perché sospettati di aver pianificato attacchi in Israele per l'Iran, così come a Gaza non cessano le operazioni dell'IDF, con raid nel campo profughi, o quel che ne resta, di Jabalya, a Gaza City. Il bilancio è di decine di arresti di sospetti miliziani.