Il presidente turco Erdogan chiama Zelensky e riapre la possibilità di ritornare al tavolo dei negoziati con la Russia. Sin dalle prime settimane di guerra, la Turchia ha sostenuto il processo negoziale ospitando gli incontri più importanti, primo fra tutti quello tra i Ministri degli Esteri di Kiev, Kuleba e Mosca Lavrov. Ad Ankara, Zelensky chiede di intervenire per l'immediata evacuazione dei civili di Mariupol, compresa l'acciaieria Azovstal. Una tregua chiesta anche dalle Nazioni Unite, che puntano ad un rapido ritorno alla pace. Guardando a questo obiettivo, al momento irrealizzabile considerata la situazione, il segretario generale di Palazzo di Vetro António Guterres, parte per il tour che lo porterà ad Ankara, per incontrare Erdogan lunedì, martedì a Mosca dove si riunirà con Vladimir Putin e infine, giovedì a Kiev. Un itinerario che sabato Zelensky ha criticato, dicendo: non ci sono corpi nelle strade a Mosca, sarebbe logico che prima veda la gente qui e le conseguenze dell'occupazione. La guerra arriva al traguardo dei due mesi, 5.186.000 ucraini sono scappati dal conflitto e sperano di poter tornare a casa quanto prima. Un sogno che si infrange con il piano del leader del Cremlino, che punta al completamento totale del suo programma. Per frenarlo, martedì gli Stati Uniti riuniranno a Ramstein in Germania, gli alleati della NATO e altri 20 Paesi, che stanno fornendo appoggio militare all'Ucraina. L'obiettivo: coordinare gli interventi per renderli più efficaci. Putin va fermato sul campo, ma anche colpendo la sua economia, e a questo punterà il sesto pacchetto di sanzioni che Bruxelles varerà in settimana.