Il villaggio di Zoryanoye è sotto il controllo delle truppe della federazione, l'annuncio fatto con i soliti toni trionfalistici di Mosca, si spiega perché collocato sulla direttrice strategica per raggiungere il controllo di un altro insediamento; aggiungendo così un'altra fetta della regione di Donetsk sotto l'egida russa. Insomma, l'avanzata lenta ma inesorabile prosegue e così, anche nel centro dell'Ucraina, l'armata ha lanciato un'offensiva bersagliando con i suoi droni le città di Odessa, Sumy, Cherkasy, Kiev, Kirovohrad, Chernihiv, Poltava, Mykolaiv e Kherson. Alcuni sono stati intercettati anche dallo spazio aereo della capitale. Ukrinform ha replicato spiegando che la maggior parte di questi ordigni è stato intercettato mentre un velivolo senza pilota questa volta ucraino è stato abbattuto sul cielo di San Pietroburgo. Ennesima prova muscolare di Kiev per dimostrare che le sue capacità offensive non sono state ridotte. Non a caso continua la presenza di soldati ucraini nella regione di Kursk. Eppure, la sensazione è che una sorta di smottamento a favore di Mosca sia in atto. Mentre l'Occidente ribadisce che il suo sostegno a Kiev non è in discussione, è stata confermata una cena segreta tra politici tedeschi e russi a Baku in Azerbaigian. Secondo quanto ha rivelato la Zeit infatti, questo incontro avverrà come ripresa del dialogo di San Pietroburgo. Iniziativa promossa nel 2001 dall'allora cancelliere tedesco Gerard Schroeder. Chiusa per ovvi motivi nel 2021 ma che ora sembra riprendere vita. E se Schroeder, vecchio amico di Putin e lobbista per Gazprom e Rosneft, non sorprende, il panel tedesco vede anche altri importanti rappresentanti della politica e degli affari che alimenta il sospetto che il vento da Occidente sia un po' cambiato.