Dopo "Sleepy Joe", "Laughing Kamala", la Harris che ride troppo. Donald Trump non perde il gusto per i soprannomi, e ne affibbia uno anche a colei che sarà probabilmente la sua nuova avversaria. È una pazza, dice, abbandonando gli appelli all'unità nazionale sentiti nella prima parte del suo discorso di Milwaukee. Battere la Harris è più facile che battere Biden, assicurano i repubblicani, ma in realtà nel partito serpeggia una certa inquietudine. Non solo il cambio in corsa ridona entusiasmo ai democratici e ai loro finanziatori, ma spunta alcune delle armi in mano a Trump: Donald diventa improvvisamente il candidato anziano, forse troppo anziano, e il passato della Harris in magistratura le dà l'opportunità di ricordare che Trump è un condannato. "Il primo partito che manderà in pensione il suo candidato", aveva detto Nikki Haley prima di appoggiare Trump, "vincerà le elezioni". Una profezia che adesso suona minacciosa alle orecchie dei repubblicani. Il GOP sostiene che i democratici stanno tradendo la decisione di chi ha votato alle primarie, e minaccia azioni legali contro il passaggio dei fondi da Biden a Harris. Intanto, però, i repubblicani aggiustano il tiro per colpire il nuovo avversario. "Se vuoi guidare un Paese, dovresti sentirti grato, e io non ho mai sentito gratitudine quando ascolto le parole di Kamala Harris". Kamala Harris ha mentito sulle condizioni di Biden, attacca JD Vance. Il candidato-vice ha tenuto il suo primo comizio da solo davanti alla platea affollata e amica della sua città, Middletown, in Ohio. I repubblicani cercheranno di accostare il più possibile la Harris a Biden, di legare il suo nome al tema della criminalità, di definirla la candidata delle élite, di farle pesare gli scarsi risultati in tema di immigrazione. Intanto sbirciano nel passato dell'avversaria come in un armadio, in cerca di scheletri.