Sarà ricordata come la presidenza più breve dell' università più famosa d'America . Claudine Gay lascia la presidenza sei mesi e due giorni dopo l'inizio dell'incarico, sull'onda delle polemiche e delle richieste di dimissioni seguite alla sua audizione di fronte al Congresso. Davanti ad una commissione della Camera aveva dato risposte evasive rispetto ad episodi di antisemitismo nel campus. 53 anni, figlia di immigrati haitiani e prima donna afroamericana al timone del prestigioso ateneo, la Gay si era rifiutata di condannare le manifestazioni degli studenti a sostegno degli attacchi compiuti da Hamas il 7 ottobre scorso contro Israele. Il giorno dopo si era scusata, poi in un'intervista televisiva aveva condannato con decisione gli slogan antisemiti ma non era bastato, nonostante molti rappresentanti del board di Harvard avessero espresso piena solidarietà a favore della Presidente. L'attenzione mediatica aveva poi portato ad accuse di plagio. Le era stato contestato, infatti, di aver copiato materiale nelle sue pubblicazioni senza dare alle fonti il necessario credito. Nella lettera con la quale ha comunicato le proprie dimissioni, Claudine Gay ha sottolineato il grande amore per Harvard, aggiungendo quanto sia stato spaventoso essere stata oggetto di attacchi personali e minacce alimentate dal razzismo. Nella vicenda della Gay si intrecciano questioni come il razzismo, la correttezza politica e la libertà d'espressione. Le sue dimissioni segnano un passaggio cruciale nella guerra culturale in atto oggi in America.