Iphone, Apple valuta di riportare parte produzione negli USA

24 nov 2016
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È lungo, lunghissimo, il viaggio di un iPhone, prima di arrivare sugli scaffali dei negozi Apple. E una delle tappe obbligate di questo viaggio è la Cina, dove il costo del lavoro è molto più basso che in Nord America o Europa, e dove l’iPhone viene assemblato principalmente negli impianti della Foxconn e della Petragon. Ma quanto incide la manodopera nelle fabbriche cinesi sul prezzo finale di un iPhone? Secondo varie stime tra 5 e 15 dollari, su un oggetto che ne costa, se va bene 650, e sul quale il costo dei componenti è di circa 220 dollari. Parliamo sempre di stime, e le cifre variano anche a seconda del modello. Riportare l’assemblaggio negli Stati Uniti, come vorrebbe tra gli altri Trump, a conti fatti farebbe aumentare il prezzo finale del telefono tra i 30 e i 40 dollari, stima fatta su un modello da 750 dollari. In un secondo scenario disegnato dal MIT, il prezzo aumenterebbe di un centinaio di dollari se si producessero in America anche le diverse componenti. L’iPhone viene infatti prodotto per circa il 90 per cento fuori dagli Stati Uniti, ed è formato da decine di pezzi provenienti da vari Paesi, Italia compresa. Già Obama, nel 2012, aveva chiesto a Steve Jobs per quale motivo non costruissero gli iPhone in America. E a giugno era stata la stessa Apple a chiedere ai suoi partner cinesi di studiare il modo di costruire delle fabbriche negli Stati Uniti. L’idea di riportare parte della produzione dell’iPhone sul suolo americano, dunque, è precedente a Trump, che pure a gennaio scorso aveva detto: “costringeremo Apple a costruire i suoi dannati computer in questo Paese”. Il prossimo Presidente, con i suoi piani commerciali minacciosi nei confronti della Cina, come l’aumento dei dazi di importazione, ora potrebbe dare un impulso ulteriore affinché la casa di Cupertino trasformi i “si dice” in realtà, tanto che ha ventilato, non solo ad Apple, incentivi fiscali per rimpatriare la produzione. Ma c’è anche chi dice: “non vi illudete: anche se Apple riporterà l’assemblaggio degli IPhone in patria, questo non farà crescere i posti di lavoro”. In parte perché molte delle funzioni possono essere eseguite da robot, in parte per l’assenza, denunciata anche dal successore di Steve Jobs, Tim Cook, di manodopera specializzata in numero sufficiente a reggere i ritmi di produzione della Apple.

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