È l'Ayatollah Khamenei, il primo a recarsi alle urne, dando il via ufficialmente alle Presidenziali in Iran. Il giorno delle elezioni, è il giorno del Popolo iraniano. Oggi le persone sono gli attori principali, i veri protagonisti. Così la Guida Suprema del Paese, in un chiaro messaggio contro l'astensionismo che incombe e che secondo le previsioni, sarà il vero grande vincitore delle Presidenziali Iraniane. L'affluenza potrebbe Infatti toccare un nuovo record negativo, superando di poco il 40%. In una tornata elettorale, che molti osservatori considerano scontata, con la vittoria del ultraconservatore Raisi, i Movimenti Civili e Riformisti, si sono schierati per il boicottaggio. In un Paese piegato da crisi economiche e pandemia, cresce infatti la disillusione, soprattutto tra i più giovani. Tra i candidati in lizza, non c'è nessun riformista, l'unico di questa corrente, ammesso dal Consiglio dei Guardiani, ha deciso di ritirarsi all'ultimo minuto dalla corsa elettorale, lasciando l'ala moderata rappresentata solo dall'ex Governatore della Banca Centrale, con pochissime chance, unico candidato a sostenere l'importanza di raggiungere un accordo sul nucleare con l'occidente. Gli altri, restano contrari al dialogo con gli Stati Uniti. Il favorito Raisi, è considerato da molti come il possibile successore di Khamenei come Guida Suprema, massima carica spirituale e politica dell'Iran. È un giudice fedele ai principi religiosi della Repubblica Islamica e dopo essere stato sconfitto dal moderato Rouhani, alle passate elezioni, ha rivestito la carica di Capo della Magistratura e un ruolo all'interno del Tribunale Rivoluzionario, che nel 1988, condannò a morte diversi oppositori del regime. Ma la distanza tra politica e popolo, che porta all'astensione, è segnata soprattutto dalle difficoltà economiche. Anche l'ex Presidente Iraniano, Ahmadinejad, tutt'altro che moderato ed escluso dalla corsa, ha fatto sapere che non andrà a votare, convinto, che il vincitore di queste elezioni, sia già deciso.