La prigione punisce ogni genere di dissenso nel regime iraniano, dove la tensione sociale monta ogni giorno tra proteste e repressione. Farideh Moradkhani. nipote dell'ayatollah Khamenei, capo supremo della Repubblica Islamica, è stata arrestata per aver realizzato questo video pubblicato dal fratello Mahmoud sui social, in cui si denunciano i soprusi del regime sostenendo le proteste. "Popolo libero sii con noi, dite ai vostri governi di smettere di sostenere questo regime assassino e assassino di bambini", afferma la donna, più volte arrestata in passato. Farideh proviene da una famiglia storicamente in opposizione al governo. È stata chiamata dalla Procura di Teheran e, secondo quanto riferisce il fratello, incarcerata subito dopo. Stessa sorte per il rapper Toomaj Salehi, fermato a settembre, ora formalmente incriminato con l'accusa di diffusione di corruzione sulla Terra, propaganda contro il regime, cooperazione con stati ostili, diffusione di menzogne. Per il suo sostegno ai manifestanti rischia la pena di morte. Al direttore generale di una filiale bancaria di Qom, seconda città sacra dell'Iran, è invece toccato il licenziamento per aver ricevuto una donna con il capo scoperto. La decisione è stata presa dal governatore locale dopo che in rete è stato diffuso un video che immortalava una donna senza il velo dietro lo sportello. E così la banca centrale iraniana ha imposto di non fornire servizi alle donne che non indossano l'hijab, obbligatorio dalla rivoluzione islamica del 1979.