L'anatomia di un sovrano. L'ascesa e la caduta di un simbolo dell'Europa. L'eroe che 40 anni fa aveva fermato il golpe e i carri armati. Il vecchio re che abdica, travolto dagli scandali in cui si intrecciano amanti, tangenti, fondi neri. Il giovaneBorbone, che a metà degli anni '70 accompagna la Spagna dalla dittatura fascista di Francisco Franco, a una fragile democrazia, è un rampollo reale nato per caso a Roma perché la famiglia era in esilio e il legame con l'Italia sarà sempre fortissimo. Juan Carlos ha le abitudini mondane e la vita leggera di chi abita la nobiltà. Per questo sorprende la Spagna, l'Europa, il mondo, quando con il suo discorso in TV del 24 Febbraio 1981 riesce a frenare gli uomini della Guardia Civil che sono entrati sparando nell'aula del Parlamento di Madrid e sono pronti a prendere il potere, al comando del colonnello Tejero. Quel pezzo di storia che sarà raccontato in un libro mirabile, Anatomia di un istante di Javier Cercas, dove si parla di Spagna ma anche di tutti noi. Juan Carlos salva la democrazia e diventa l'icona di un Paese libero, vitale, lo stesso che poco più di un anno dopo, nel 1982, ospita il mondiale di calcio. Il trionfo dell'Italia di Bearzot e Paolo Rossi, dello slancio di Pertini dalle tribune del Bernabéu e per noi il mondiale sarà sempre mondial. Juan Carlos e sua moglie Sofia di Grecia, attraversano gli anni della Spagna felix, del terrorismo basco delirante poi sconfitto, delle crisi economiche, dell'attentato di Atocha. Sono fra le ultime coppie reali con le radici dell'albero genealogico ben piantate nell'800 e che si ritrovano catapultate direttamente dentro il XXI secolo, fra tradimenti, intrallazzi, ipocrisie, scandali, rotocalchi. Il re ormai anziano non dimentica il suo orgoglio castigliano, quando si tratta di zittire un molesto Hugo Chávez durante un vertice internazionale. "Perché non taci", dice il monarca, ma sarà lui costretto a tacere. Pochi anni dopo, nel 2014, lascia il trono per salvare la corona, sporcata ormai dai suoi affari poco chiari e da una condotta non certo nobile. Abdica in favore del figlio Felipe, un sovrano borghese dalla faccia pulita, che ha per sposa non una principessa, ma una giornalista Letizia Ortiz. Quierido Felipe. Comincia così la lettera al figlio in cui il vecchio re annuncia l'addio alla Spagna. Cala l'ombra della storia su Juan Carlos di Borbone. Se ne va a Santo Domingo, come un pensionato di lusso, come un patriarca in esilio, sepolto dagli errori e dalle ferite.