Le sanzioni di Trump alla Corte penale internazionale

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1 mese fa

Il 6 febbraio 2025, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo con cui sanziona la Corte penale internazionale, accusandola di intraprendere azioni illegali contro gli Stati Uniti e il loro stretto alleato Israele. Per il Tycoon, quello dell'AJA, che è il principale tribunale internazionale per crimini di guerra e contro l'umanità, avrebbe violato la propria giurisdizione, dato che nessuno dei due paesi appartengono allo statuto di Roma fondativo della Corte. Nello specifico, il riferimento è ai mandati d'arresto emessi contro il primo ministro israeliano Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Gallant, che subito hanno ringraziato il presidente statunitense. Immediata la reazione del Tribunale stesso che ha dichiarato la propria intenzione di continuare a svolgere il suo mandato giudiziario nell'interesse di milioni di innocenti vittime di atrocità. Poi l'appello ai centoventicinque Stati membri invitati a rimanere uniti in nome della giustizia internazionale. 79 di questi hanno subito aderito alla richiesta, firmando un documento congiunto e critico verso le sanzioni. Questa è la posizione anche delle istituzioni europee. L'Europa sarà sempre a favore della giustizia e del rispetto del diritto internazionale, ha scritto la presidente della Commissione UE Ursula Von Der Leyen in un tweet su X. Tra i grandi assenti invece quattro Paesi europei: Italia, Ungheria, Lituania e Repubblica Ceca. Un'astensione che ha spaccato internamente il nostro Paese, diviso tra un'opposizione che vorrebbe esprimere il proprio sostegno alla Corte e chi come Matteo Salvini la considera un organo inutile. "È ora di mettere in discussione realtà come la Corte penale internazionale che mettono sullo stesso piano i terroristi islamici di Hamas e un premier democraticamente eletto come Netanyahu". .