Alla vigilia dell’avvio dei delicatissimi negoziati sulla Brexit, il Primo ministro britannico Theresa May non poteva apparire più debole. Dopo gli attacchi terroristici, con le polemiche sui tagli alla Polizia e il pessimo risultato elettorale, la tragedia della Grenfell Tower ha assestato un altro durissimo colpo all’immagine della leader britannica contestata dalla folla che le gridava “codarda” e la invitava ancora una volta ad andarsene anche fuori dalla sua residenza di Downing Street. Qui la May ha incontrato una delegazione di superstiti, familiari e soccorritori dell’incendio e ha ammesso: “L’assistenza è stata insufficiente. Un’inchiesta servirà a fare chiarezza”. Tutto questo accade nelle stesse ore in cui la Polizia ha reso noto che le persone ancora disperse e presumibilmente morte sono 58. Non si ritiene ci possano essere più superstiti. Le vittime finora accertate sono 30. Per questo, nel giorno dedicato alle celebrazioni per il compleanno della regina, Elisabetta II non ha potuto evitare un riferimento al sentimento nazionale molto cupo di questo periodo. Lei che a 91 anni, a più riprese, si è trovata negli ultimi mesi a fare visita alle vittime del terrorismo e di questo spaventoso incidente, figlio di politiche di risparmio sconsiderate. Secondo quanto denunciato per primo dal Guardian, il grattacielo, dato a famiglie a basso reddito con sovvenzioni statali, era stato restaurato l’anno scorso utilizzando rivestimenti esterni meno costosi e più infiammabili al fine di risparmiare 2 sterline a metro quadro. Per ragioni di sicurezza, legate soprattutto a rischio di caduta di detriti dalla torre, alcune stazioni della metropolitana restano al momento ancora chiuse.