Macron in Israele: coalizione europea come contro Isis

24 ott 2023
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Il Presidente francese Emmanuel Macron si unisce alla lunga lista di leader internazionali atterrata a Tel Aviv per portare la solidarietà francese al popolo israeliano, definendo gli attacchi del 7 ottobre l'attentato più sanguinoso subito anche dal popolo francese dopo il 2016, in riferimento alle 30 vittime a cui si aggiungono 9 ostaggi, tutti di nazionalità francese. L'invito di Macron a creare una coalizione occidentale, simile a quella che si è battuta contro ISIS, per sostenere Israele, è stata accolta a braccia aperte dal Presidente israeliano Netanyahu, che ha evocato il ricordo di Anna Frank e dei bambini ebrei nascosti durante il nazismo, comparando questa memoria storica a quanto accaduto nei kibbutz israeliani il 7 ottobre scorso. Macron ha anche parlato della necessità di trovare una volontà politica nel Governo israeliano per le legittime aspirazioni di libertà del popolo palestinese, invitando gli attori regionali a farsi da garante per la creazione di uno Stato palestinese nel rispetto della sicurezza israeliana. Parole ripetute anche al Presidente delle autorità palestinese Abbas, incontrato subito dopo a Ramallah, dove il Leader palestinese ha rigettato con forza la narrazione di Netanyahu, e ha detto: nessuna soluzione al conflitto a Gaza senza una visione politica che includa anche la Cisgiordania, accusando l'occupazione militare israeliana di aver impedito di fatto la pace, ed eliminato la possibilità della creazione di due Stati. Intanto, continuano i bombardamenti incessanti all'interno della Striscia di Gaza, che lascia 700 vittime in una sola giornata, portando a 5.700 il numero totale dei morti, di cui circa la metà bambini. Il Ministro della Salute palestinese ha dichiarato che 15 ospedali su 35 presenti dentro Gaza hanno smesso di essere operativi per l'assenza di carburante e quindi di elettricità, e che quelli rimasti funzionanti non possono più ammettere nuovi feriti, che senza cure rischiano di aggiungersi al lungo elenco di vittime. Perfino l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha dichiarato che senza carburante non saranno in grado di operare dentro Gaza già da domani. E proprio su questo punto, al momento, si sono fermate le trattative per il rilascio di ulteriori 50 ostaggi nelle mani di Hamas, che ha chiesto, per la loro liberazione, l'ingresso di carburante insieme ad aiuti umanitari. Israele però rimane ferma, e conferma che questo non sarà concesso fino alla liberazione incondizionata degli oltre 200 cittadini israeliani e stranieri detenuti nel territorio di Gaza. E rincara lanciando volantini sulla popolazione civile, offrendo protezione e ricompense economiche a quanti vorranno dare informazioni sulla sorte degli ostaggi.

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