"Israele ha sconfitto Hezbollah sul campo di battaglia". Lo ha dichiarato il nuovo Ministro della Difesa israeliano Israel Katz, durante la cerimonia di insediamento del nuovo Ministro degli Esteri Gideon Sa'ar, sottolineando che il compito dello Stato ebraico ora è quello di cambiare la realtà della sicurezza nel Nord del Paese. Eppure, nonostante il governo di Benjamin Netanyahu, negli due ultimi mesi, sia riuscito ad infliggere duri colpi al Partito di Dio, una campagna militare culminata con l'uccisione dell'ex leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, lo scorso 27 settembre nella periferia Sud di Beirut, una buona parte dei miliziani libanesi devoti a Teheran, si annida ancora tra le gole del Libano meridionale, da dove continua a sparare razzi verso l'alta Galilea. Così i raid dell'aviazione israeliana puntano a colpire i villaggi sciiti del Sud, ma non risparmiano neanche quelli più a Nord nella Valle della Bekaa, altra roccaforte di Hezbollah, dove nelle ultime ore i missili sganciati da Israele hanno ucciso decine di persone, tra cui diversi bambini. La situazione resta drammatica anche all'interno della Striscia di Gaza, dove dal 7 ottobre dello scorso anno sono morte, secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero della Salute affiliato ad Hamas, oltre 43.600 persone, di queste almeno 30, tra cui 13 minori, hanno perso la vita solo nelle ultime ore, a causa dei Raid israeliani che hanno colpito il campo profughi di Jabalia, nel Nord dell'enclave palestinese, teatro di scontri da oltre un mese tra l'IDF e i miliziani di Hamas.