Le tensioni tra Israele e gli hezbollah libanesi preoccupano Bruxelles. Per il capo della diplomazia Europea Joseph Borrell, il rischio di un conflitto nel Sud del Libano diventa ogni giorno più grande e invita le parti a dar prova di moderazione. Le inquietudini dell'UE condivise dall'alleato americano trovano conferma nell'annuncio del premier israeliano Benjamin Netanyahu che in un'intervista rilasciata domenica all'emittente televisiva israeliana Channel 14, ha dichiarato che la fase intensa della guerra a Rafah nell'estremo Sud della striscia di Gaza, volta di radicare le sacche di resistenza di Hamas, sarebbe agli sgoccioli e che questo permetterebbe lo spostamento delle truppe israeliane al Nord, al confine con il Libano. Un piano difensivo, avverte il leader del Likud, che però potrebbe trasformarsi in un'invasione di terra nel caso in cui la milizia sciita filo iraniana dovesse continuare a lanciare attacchi nel Nord di Israele non accettando di indietreggiare dalla linea blu. Uno scenario che preoccupa anche la Casa Bianca perché l'apertura di nuovo fronte di guerra rischierebbe di trascinare attivamente nelle ostilità anche il regime di Teheran. Intanto il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, si trova a Washington per una missione che finora non è riuscita a Netanyahu, sbloccare l'invio delle armi e delle munizioni dopo che il premier israeliano è tornato a criticare l'amministrazione Biden per aver rallentato la fornitura bellica d'Israele. Una decisione, quella da parte della Casa Bianca, presa per il timore che l' ADF potrebbe usare le bombe americane in aree densamente popolate a Gaza.