Parla dopo mesi, parla soprattutto dopo il video che imbarazza il marito e le denunce di molestie sessuali che lo mettono nell’occhio del ciclone. Parla, Melania, e la sua è una difesa e un’accusa: “Non è l’uomo che conosco, ma sono chiacchiere tra maschi”. “Boy talk”, dice. Come lui parla di chiacchiere da spogliatoio. Poi lei va all’attacco: “Mi chiedo se Donald sapesse che il microfono era acceso. Sembra quasi che Billy Bush lo incalzi per fargli dire cose del genere”. Chissà se la tempistica, a ventiquattr’ore dal secondo dibattito, proprio quando lui minacciava di portare sul palco gli scandali di Bill, sia del tutto casuale. Si schiera con forza, Melania, e risponde così a chi notava il suo silenzio: chiude la porta in faccia alle nove donne che si dicono oggi vittime; parla di media schierati, anche se non arriva, lei, a definire truccate le elezioni. A quello pensa ancora Donald, che continua a lanciare le sue accuse, ampliandole a tutto il sistema. E, dopo i repubblicani, trova la smentita della Casa Bianca: “Noi – dice il portavoce di Barack Obama –abbiamo fiducia nell’onestà di chi gestisce le elezioni”. “Spesso si tratta di Governatori conservatori”, sottolinea poi Josh Earnest, che commenta così la richiesta di Trump di fare l’antidoping alla Clinton. Sullo sfondo, alla vigilia dell’ultimo dibattito, il “mailgate” che insegue la democratica, perché alcuni documenti pubblicati dall’FBI raccontano i tentativi del Sottosegretario Patrick Kennedy, diplomatico di carriera quando lei era Segretario di Stato, di ottenere una diversa classificazione di alcune delle sue mail per evitare di doverle rendere pubbliche o per azzerare le polemiche circa la sicurezza nazionale messa a rischio in cambio di una presenza rafforzata dell’FBI in alcuni paesi. Un vero e proprio qui pro quo, smentito dai diretti interessati e senza alcuna prova di coinvolgimento della Clinton, ma che Trump coglie al volo: “FBI, Dipartimento di giustizia e stampa sono collusi per farla apparire meno colpevole – scandisce – il nostro Paese merita di meglio”.