La forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite resterà al suo posto. Nata nel '78 UNIFIL è stata più volte rinnovata dalle Nazioni Unite con diverse risoluzioni fino al 2006 in occasione dell'intervento israeliano in Libano, quando è stata ulteriormente rafforzata nei numeri e nei compiti del contingente. Con la risoluzione 1701 del 2006 ai peacekeeping ONU è stato dato il compito di controllare la cessazione delle ostilità, accompagnare e sostenere le forze armate libanesi, sostenere i civili dando loro assistenza umanitaria e favorendo il rientro volontario nelle abitazioni. Dunque gli oltre 10.500 caschi blu provenienti da 46 Paesi del contingente UNIFIL manterranno le loro posizioni. Nel sud del Libano sono schierati anche 3.933 indonesiani, 642 indiani, 568 ghanesi, 518 nepalesi, 455 malesi e contingenti minori di altre nazioni. L'Italia è al loro fianco con oltre 1.000 uomini, un contingente tra i più consistenti. La missione di pace ha più volte esortato gli oppositi fronti a fare un passo indietro e ha tentato invano di applicare pienamente la risoluzione 1701, che tra l'altro prevede la totale demilitarizzazione della zona blu, di fatto la zona di confine con Israele, dove, fatta eccezione per i militari regolari del Libano, non dovrebbero esserci altri armati. Circostanza mai attuata dalle parti in conflitto, con Hezbollah che ha continuato negli anni a lanciare missili verso Israele e le forze israeliane ad intercettare e contenere gli attacchi sino all'escalation degli ultimi giorni.