Morte Floyd, Obama: cose che non vanno si possono cambiare

08 giu 2020
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Undicesimo giorno di proteste a New York per la morte di George Floyd, diventato ormai un simbolo per chi manifesta contro il razzismo e la polizia violenta in tutti gli Stati Uniti e in tante città del mondo. Ieri duemila dimostranti si sono ritrovati davanti al Trump International Hotel and Tower a Manhattan, gridando “Cacciatelo! Niente giustizia, niente pace!” La manifestazione si è svolta pacificamente dopo che il sindaco de Blasio ha revocato il coprifuoco. Nuove manifestazioni anche a Los Angeles e a Washington davanti alla Casa Bianca, dove restano ancora le barriere di protezione e dove campeggia l'enorme scritta gialla “Black Lives Mattar”, fatta dipingere della sindaca della città in segno di sfida a un Presidente che voleva militarizzare la capitale d'America. Interviene nuovamente l'ex Presidente Obama con un appello a combattere chi fomenta divisioni e diffonde falsità e disinformazione. Lo fa rivolgendosi su youtube ai giovani che nel 2020 si sono diplomati e laureati. “Questi shock al sistema che stiamo vedendo in questo momento - dice Obama - ci ricordano che non possiamo dare le cose per scontate, che dobbiamo lavorare per migliorarle. Il nostro Paese e la nostra democrazia funzionano solo quando pensiamo non solo a noi stessi, ma agli altri.” Segni distensivi arrivano da più parti, tolto il coprifuoco anche a Chicago, mentre sulla scia della campagna “Defends Police” il Sindaco di New York ha promesso di tagliare una parte dei fondi destinati al Dipartimento di Polizia e destinarli ai servizi per i giovani e ai servizi sociali. Il governatore dello Stato Cuomo annuncia la prima linea guida negli Stati Uniti per evitare nuovi casi di violenze nella polizia. Cambiamenti anche a Minneapolis, dove è stato ucciso Floyd. La maggioranza del Consiglio comunale ha votato per tagliare i fondi alle forze dell'ordine e smantellare il Dipartimento di Polizia. L'obiettivo è quello di riformarlo e di ricostruirlo. Quanto a Trump, anche il Presidente ha dovuto fare un passo indietro, ritirando gli uomini della Guardia nazionale che aveva dispiegato per la sicurezza.

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