Bypassare le regole dell’Organizzazione mondiale del Commercio senza arrivare al punto di uscirne. Il Presidente Trump avrebbe messo al lavoro – condizionale d’obbligo, l’indiscrezione è del Financial Times – il Dipartimento del Commercio, per assestare un colpo, mortifero ma legale, al WTO, il simbolo del libero scambio globale, sacrificato sull’altare dell’“America First”, lo slogan protezionistico del nuovo inquilino della Casa Bianca, che per ora si trincera dietro il no comment di rito, ma di certo la posizione del Tycoon al riguardo è nota: “il WTO è un disastro” ha detto, senza giri di parole, in campagna elettorale. L’organizzazione, nata nel 1995 per gestire i contenziosi tra i Paesi membri in materia di dazi doganali e accordi commerciali ed evitare che ogni Paese si muovesse da sé per far valere le proprie ragioni, sarebbe da ostacolo, in sintesi, alla visione trumpiana della sovranità americana. A confermarlo è Dan Di Micco, consigliere di Trump e Capo del team di transizione sul commercio del Presidente. “Si studiano alternative all’attuale assetto del WTO”, è il suo pensiero, ma l’amministrazione adotterà comunque un approccio di wait and see, aspettiamo e vediamo. In che modo gli USA possano avere le mani libere per imporre sanzioni alla Cina e ad altri Paesi senza passare dal WTO, questo sarebbe lo scopo finale di Trump. È tutto ancora da vedere, ma di certo, che soprattutto la Cina sia nel mirino di questi lavori preparatori, lo conferma indirettamente lo stesso Di Micco. Sul suo profilo Twitter scrive che gli attuali accordi commerciali con la Cina non sono positivi per gli Stati Uniti.