Fammi vivere a Milano è un'assistente sociale, la figlia all'estero per l'Erasmus e la sua stanza è vuota, quando scoppia la guerra, mette a disposizione la sua casa sulla piattaforma di "Refugis Welcome". Oksana e Keril arrivano da Kharkiv a metà marzo. "L'idea era quindi quello ed è quello di condividere la mia casa con, in questo caso con Oksana e con suo figlio, per qualche mese e poi con il famoso contributo economico promesso dalla dal nostro Governo, aiutarli lentamente, senza abbandonarli da un momento all'altro, però fondandoci su questo aiuto economico, aiutarli verso l'autonomia, un'autonomia personale". Il contributo però non è ancora arrivato né per i rifugiati nei per le famiglie, potrebbe non arrivare mai. "Questo contributo che forse verrà elargito nelle prossime settimane da parte del Governo, non è retroattivo, cioè partirà dal giorno in cui questo programma viene sottoscritto e non vale per tutti coloro che Welcome, e le altre associazioni hanno accolto dal 25 febbraio ad oggi". Come Oksana che Anastasia è partita con uno zainetto e senza soldi, sua figlia però ha una grave disabilità e oggi è in un centro di riabilitazione per alcune settimane. Ad ospitarle in una sua casa sfitta, l'Assessore Comunale di Milano: Pierfrancesco Maran. "Va gestito dopo queste settimane tutto il percorso dopo, che va inventato anche perché, loro sono qui da sole e come per tante famiglie gestire anche la situazione di disabilità, è oltremodo complesso". Da ormai un mese e mezzo, migliaia di famiglie anticipano spese che in parte almeno dovrebbe coprire lo Stato. Ad oggi i bandi della Protezione Civile però hanno addirittura escluso le famiglie che hanno già avviato ospitalità, rivolgendosi solo a quelle che dovranno avviarne di nuove, con l'obiettivo comprensibile, di svuotare gli hotel e ridurre le spese ma io credo che ci debba essere anche un secondo obbiettivo, di supportare le famiglie e i cittadini ucraini che sono già ospitati là dove la rete di solidarietà è partita".