Oggi abbiamo bisogno di profezia, ma di profezia vera, non di parolai che promettono l'impossibile, ma di testimonianze che il Vangelo è possibile. “Parolai dell’impossibile”, sono parole forti pronunciate nel giorno di San Pietro e Paolo. “Servono testimonianze vere”, dice il Santo Padre, “non potenza, ma coerenza, non parole, ma preghiera”. Due appuntamenti per Papa Francesco, che oggi per la prima volta dopo questo difficile periodo di coronavirus celebra in compresenza. Prima la benedizione dei Palli, i paramenti liturgici consegnati dal Pontefice agli arcivescovi metropoliti, poi l'Angelus. Ha toccato temi importanti Papa Francesco e con toni forti. “No ai parolai, no alle lamentele, sì alle testimonianze”. È pure noioso che i cristiani sprechino tempo a lamentarsi del mondo, della società, di quello che non ha. Le lamentele non cambiano nulla. Che cosa accadrebbe se si pregasse di più e si mormorasse di meno? Nel giorno dei Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, non poteva mancare il saluto alla città. “Che qui si possa vivere con dignità”, ha detto e ha raccomandato l'attenzione e la cura verso i deboli, i fragili. Mi viene in mente tanti anziani che sono lasciati soli dalla famiglia, mi permetto di dire come se fossero materiale di scarto. Questo è un dramma dei nostri tempi, la solitudine degli anziani.