Cresce la febbre elettorale nel piccolo Stato rurale dell'Iowa, 3 milioni di abitanti sparsi tra sterminati campi di granturco che come da tradizione è il primo a tenere le consultazioni popolari in vista delle Primarie di partito. Il Governatore della Florida ex delfino di Trump che doveva sbaragliare il campo Repubblicano e che invece è rimasto al palo sorpassato a Destra dall'Ambasciatrice Nikki Haley scivola da un incontro all'altro nel tentativo di convincere gli elettori a fare il suo nome come candidato Repubblicano alla Casa Bianca. Nulla potrebbe essere oggi più lontano dallo Studio Ovale, l'anonimo spazietto di un sobborgo di Des Moines dove Ron Desantis è atteso da alcune decine di persone è allestito con gli immancabili gadget e un modestissimo bar improvvisato. Ci sono giovani, parecchie donne e sono quasi tutti bianchi. Molti arrivano da fuori, lunedì neanche voteranno, sono venuti qui solo per curiosità e invidiabile senso civico. Dal vivo e a ruota libera De Santis appare molto meno impacciato che nei dibattiti televisivi dove la Haley lo ha sempre surclassato. "Trump corre per i suoi problemi", scandisce appena sale sul palchetto, "Haley corre per i problemi dei suoi finanziatori, io, dice alla piccola platea corro per i vostri problemi". Cita Reagan, "La libertà è a un passo dall' estinzione". Ricorda i successi economici della sua Florida vanta di avere sempre battuto la Sinistra, rivendica la politica per turista durante il Covid, si scaglia contro le grandi Corporation politicizzate e l'agenda dei progressisti fatta di clima e gender. Problemi lontani dalle cose che interessano alle persone secondo De Santis che sono invece l'inflazione e l'immigrazione. "Never back down", mai tirarsi indietro è il motto della sua campagna lunedì quando la peggiore tempesta polare da mezzo secolo colpirà lo Stato con temperature tra 40 e 20 sotto zero, dovranno pensarlo fortissimamente anche i suoi sostenitori.